Cerimonia d’ inaugurazione dell’ affresco del “Meraviglia”

Data & Ora

Venerdì 01 Dicembre 2006

ore 11:00

Dove

Salone Convegni – Ospedale “A. Cardarelli”

Campobasso

Venerdì 1 Dicembre 2006 ore 11 cerimonia di inaugurazione dell’affresco del Maestro Carmine Meraviglia intitolato “Genesi Moltiplicante”.

Opera di 9 metri di larghezza e 3 di altezza, commissionata dal Direttore Generale dell’ASREM, occupa l’intera parete frontale del Salone Convegni dell’Ospedale “A. Caerdarelli” di Campobasso.

L’osservatore attento non può che ricavarne un’ampia disamina della realtà stessa dell’uomo e dei valori autentici che dovrebbero perennemente caratterizzare il suo percorso esistenziale per una prospettiva futura di benessere diffuso, di rispetto, di armonia tra persone e di pace tra i popoli.

DESCRIZIONE DELL’OPERA

Tra le tematiche sviluppate nel dipinto, corrispondenti ai tre atteggiamenti in cui l’artista individua le condizioni di fondo per essere destinatari sicuri del dono primordiale – bene perfetto, concesso ad ogni creatura, quelle dell’umiltà, della fede, dell’utopia (quest’ultima intesa come – sogno di un mondo nuovo, unito, solidale, pacifico, più confacente alla natura stessa dell’uomo, piuttosto che rassegnazione alla così tormentata condizione presente).

Nell’opera tutto si gioca sempre nel presente ed in prospettiva scientifica ed escatologica. Il drappo rosa , che unisce i soggetti principali, a mò di cordone ombelicale, sta in effetti a significare che nel sistema cosmogonico tutto è interconnesso e prolungato nell’eternità, tutto è per l’uomo, tutto è per tutte le creature, perchè tutto, perfezionato, ordinato nel senso giusto ritorni all’essere donatore. Tutto, allora, è genesi moltiplicante, così come il tre, definito numero perfetto e più volte richiamato nella composizione del dipinto, è all’infinito moltiplicante.

Per una lettura approfondita è bene scomporre l’opera in 3 parti

SUL LATO DESTRO

Il dipinto presenta la figura di un bimbo dal volto triste e pensieroso, nell’atto di scoprire il seno più che prosperoso di Madre Natura, fonte di vita, per riversarne a piene mani il dono infinito in tutte le creature terrene. Non c’è misura o limite al suo amore, alla sua generosità. Egli dona tutto di sé, al di là di ogni vincolo carnale, geografico, razziale, culturale, politico, senza chiedere alcunché per sé. L’angoscia e la tristezza del suo volto sono determinati dal fatto che egli sa che, perdendo di vista il dono così gratuitamente elargito, essi si immiseriranno nello scambio di altri doni.

SUL LATO SINISTRO

i tre soggetti viaggianti, rappresentanti il genere umano sempre in cammino, interpretano tre ruoli fondamentali:

  • il primo da sinistra, con le mani più grandi degli altri due, il bastone ed il sacco accumulatore, raffigura il potere. Egli fa del danaro la misura di tutto e considera l’altro come un essere da dominare e da sfruttare;
  • il secondo, chiuso nei fatti propri, meschino ed ipocrita, è il servo adulatore che, pur nascondendo le mani, è pronto a raccogliere ciò che rimane e a vedere l’altro solo in rapporto al suo comodo;
  • il terzo, chinato in avanti, con la mano che tiene ben saldo il drappo rosa, rappresenta l’umiltà, condizione indispensabile perché le speranze di salvezza si tramutino in realtà. Da umile, che vive la spiritualità del pellegrino, in stato di esodo permanente, egli si proietta verso il domani, che non tramonta mai. Leggermente sottoposto ai suoi piedi “l’occhio del futuro” o escatologico.

AL CENTRO

A significare il distacco dall’effimero e la fuga da tutto ciò che mortifica ed attribuisce l’uomo, l’artista pone nel luminoso cerchio centrale, nucleo fondamentale dell’opera:

  • l’Ostia Sacramentale con il Cristo dal volto velato ed avvolto di mistero perché l’osservatore entri nella logica del donatore. Cristo si è infatti offerto al Padre per noi e a noi si dona continuamente come pane di vita per il nostro cammino sulle strade del mondo. Egli ci richiama a non subire la storia fatalisticamente, ma ad interpretarla vivendola, orientandola con le nostre scelte, sì da ritrovare dentro di noi le motivazioni profonde di un incontro fonte di speranza e sorgente d’amore che ci porti a vivere sereni e gioiosi la nostra vicenda umana e cristiana;il
  • l’Ospedale “A. Cardarelli” per il ruolo che quotidianamente svolge sul territorio attraverso il suo personale, per la fiducia e le attese ricche di speranza che chi soffre ripone nella struttuta e nella ricerca scientifica;
  • il filamento elicoidale del DNA e la chiave con la formula E=mc2 di A. Eistein a significare le fondamentali scoperte scientifiche che hanno sconvolto il campo della fisica e della medicina.         Al nucleo centrale fa da sfondo il cerchio verde raffigurante il pianeta Terra su cui si riversano la luce divina e la luce solare, entrambe fonti di vita.

Te.Ca